Il SARS-CoV-2 – continue varianti del virus

Da quando sono state identificate le varianti del virus SARS-CoV-2, l’OMS e la sua rete di esperti monitorano costantemente le mutazioni in modo da fornire in modo repentino linee guida per prevenire la diffusione di varianti che destano più preoccupazione di altre. A tal proposito, l’OMS ha fornito le definizioni di Variant of Interest (VOI) e Variant of Concern (VOC).

Una SARS-CoV-2 VOI è una variante SARS-CoV-2:

  • con cambiamenti genetici previsti o noti per influenzare le caratteristiche del virus come trasmissibilità, gravità della malattia, fuga immunitaria, fuga diagnostica o terapeutica; e
  • che è stato identificato come causa di una significativa trasmissione nella comunità o di più cluster COVID-19, in più paesi con una prevalenza relativa crescente insieme a un numero crescente di casi nel tempo, o altri apparenti impatti epidemiologici che suggeriscono un rischio emergente per la salute pubblica globale.

Una SARS-CoV-2 VOC è una variante SARS-CoV-2 che soddisfa la definizione di VOI ed è stata dimostrata essere associata a uno o più dei seguenti cambiamenti di importanza globale per la salute pubblica:

  • aumento della trasmissibilità o cambiamento dannoso nell’epidemiologia di COVID-19; o
  • aumento della virulenza o cambiamento nella presentazione clinica della malattia; o
  • diminuzione dell’efficacia della sanità pubblica e delle misure sociali o della diagnostica disponibile, dei vaccini, delle terapie.

Tra le ultime varianti del virus pandemico c’è la variante Omicron (lineage B.1.1.529), identificata per la prima volta in Botswana l’11 novembre e in Sudafrica il 14 novembre 2021, è stata designata come VOC (Variant of Concern) dall’OMS il 26 novembre 2021. La variante presenta 37 mutazioni nella proteina Spike che includono sei delezioni, una inserzione e 30 sostituzioni amminoacidiche.

Le evidenze scientifiche suggeriscono che la variante Omicron risulti più trasmissibile rispetto alle altre varianti, inclusa la Delta, ma non è ancora chiaro se l’infezione causata da tale variante sia meno grave rispetto alle infezioni con altre varianti.

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Inoltre, sono in corso studi per valutare se questa variante potrebbe essere parzialmente resistente ai vaccini COVID-19 esistenti. Studi preliminari (non peer-reviewed) suggeriscono una riduzione significativa della capacità neutralizzante dei vaccini e dei sieri di soggetti convalescenti contro la variante Omicron rispetto alle altre varianti. Tuttavia la protezione del vaccino verso tale variante sembra essere simile alla protezione dall’infezione da variante Delta negli individui che hanno ricevuto una dose aggiuntiva (terza dose). (fonte: Aggiornamento sulle caratteristiche genetiche di SARS-CoV-2 identificati in Veneto (11° aggiornamento) – Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe))

Recentemente in Francia è stata scoperta un’ulteriore variante con 46 mutazioni e 37 delezioni nel suo codice genetico. Identificata sotto il nome B.1.640.2, attualmente è riconosciuta come la variante IHU in quanto scoperta dal team del Méditerranée Infection University Hospital Institute (IHU) a Marsiglia, il 9 dicembre 2021 su 12 pazienti di Forcalquier, nel Sud della Francia. La divulgazione della notizia è avvenuta tramite la pubblicazione di un articolo “preprint” (ossia non ancora soggetto a peer-review) sulla piattaforma Medrvix solo il 29 dicembre 2021.

Questi dati ci confermano la certezza che il SARS-CoV2 continua a mutare e che tali varianti del virus per ora sono imprevedibili. Più il virus si sentirà “attaccato”, vedendosi sempre più ristretta la platea di possibili ospiti da infettare (rif. vaccinazione di massa), più, per sopravvivere, sarà costretto a mutare. Le varianti quindi, altro non sono, che un’ulteriore dimostrazione dell’efficacia dei vaccini. Lasciando di contro “sacche” di popolazione Non vaccinata si darà solo modo al virus di mutare ulteriormente.

La campagna vaccinale di massa rimane quindi, ancora una volta, la mossa più saggia da poter mettere in atto. #vacciniamoci

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